Vlahovic, parole da Juve: “Voglio entrare nel museo con la Champions”

Italia, Torino, Juventus, Dusan Vlahovic. Tutto è connesso, i punti uniti dal rapporto ormai viscerale che il centravanti bianconero ha con il Bel Paese e con la città che da anni lo ospita. Una congiunzione, quella tra il calcio e le bellezze nostrane che la Lega Serie A ha voluto rimarcare in grassetto con il progetto “Made in Italy“: un modo per divulgare le bellezze dell’Italia attraverso i campioni che qui sono nati e cresciuti, ma anche di quelli che l’hanno fatta diventare una seconda cosa.

Protagonista dell’episodio pubblicato sui proprio canali social dalla Serie A è, appunto, Vlahovic, reduce dal gol segnato in Coppa Italia contro la Lazio e in generale da un 2024 per lui molto positivo. L’attaccante classe 2000 esordisce così: “Il trasferimento a Torino è stato un grande cambiamento per me, ma dal primo giorno mi sono sentito come a casa. Per me, e penso per ogni calciatore, lo sport è tutto, è la nostra vita. È il modo in cui viviamo, al cento per centro concentrati sul calcio, è l’unica cosa che ho nella mia mente“. Oltre alla Juve…

Gli inizi e l’arrivo alla Juve

Vlahovic fa un excursus temporale e torna al principio, da come è cominciata la sua passione per questo sport: “Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo 7 anni, come ogni bambino ho cominciato per le strade con gli amici. Me ne sono innamorato fin dalla prima volta: sono felice di aver scelto il calcio, spero di raggiungere i livelli più alti e di diventare uno dei migliori. A Belgrado, la mia città, giocavamo a calcio per le strade, non avevamo cellulari o cose così. Avevamo un campo nella nostra zona, ed era il nostro punto di incontro: avevamo solo una palla, giocavamo tutti i giorni. Distruggevamo i palloni, le reti, ma eravamo felici e penso che sia la cosa più importante nella vita“.

Uno degli snodi cruciali della sua giovane carriera è stato sicuramente l’approdo in un club come la Juventus, con la possibilità di confrontarsi con calciatori che hanno fatto la storia della società e più in generale del calcio: “Quando sono arrivato ho avuto l’occasione di giocare con gente come Bonucci e Chiellini: mi hanno aiutato tantissimo ad integrarmi nella squadra. Parlai anche con Buffon, Del Piero e Marchisio: mi hanno spiegato cosa vuol dire giocare per la Juve, sono grato a tutti loro per l’aiuto ricevuto“. E a proposito di storia bianconera…

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